Canta il coro sospeso nell’aria, come se fosse nell’aldilà, scrutando sulla terra il passaggio di una strana carovana di nomadi, provenienti da varie parti del mondo, che dal Rajasthan è in cammino verso la Spagna.E’ tra questa gente che si sviluppa la storia della nostra Carmen. Il coro ce la racconta, la conosce da secoli. La storia a cui assiste in quel preciso momento, tra quella gente, l’ha già vista migliaia di volte in altrettanti posti nel mondo. Ma il coro, questa volta, decide di non essere solo spettatore, e diventa parte attiva della storia. A volte si sostituisce ai personaggi dettando le fila del racconto, altre volte suggerisce loro come comportarsi, cosa dire, ed altre ancora scende sulla terra diventando personaggio. Insomma il coro ha la doppia funzione di narratore e di voce della coscienza (una via di mezzo fra coro greco e “grillo parlante”). Sulla terra, invece, si sviluppa la tragedia umana di un giovanissimo ragazzo che perde la testa per una donna più grande di lui, bellissima e seducente, che ama la libertà più dell’amore stesso. L’idea è di raccontare una storia che si differenzia dal libretto originale della Carmen non nella sinossi, ma nella psicologia e nella caratterizzazione dei personaggi. Siamo abituati all’idea di un Don José perdente. La sua vita è irrisolta, ha avuto problemi con il gioco e i suoi progetti sono cambiati: si è arruolato, ha cambiato città, ha nostalgia della propria terra e della madre malata, è triste, soffre la lontananza. E’ rissoso e un po’ patetico (nel senso di commovente quando c’è un grande interprete, quasi ridicolo quando ce n’è uno meno bravo). La Carmen è la sensualità sfrontata, la bellezza senza scrupolo, la femmina per eccellenza che fa degli uomini quello che vuole. Noi vogliamo raccontare altre facce di questi due personaggi.Noi vogliamo raccontare una storia d’amore. Dopo l’osannata versione del Flauto Magico (2009), l’Orchestra di Piazza Vittorio rivisita Carmen in collaborazione con l’Opéra Théâtre de Saint-Étienne.
APERTURA DELLA STAGIONE ESTIVA DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA TERME DI CARACALLA 2014
Una produzione LES NUITS DE FOURVIÈRE/ Département du Rhône coproduzione con l’ Opéra-théâtre de Saint-Étienne
Una produzione Esecutiva Paco Cinematografica in collaborazione con Vagabundos S.r.l.
Regia Mario Tronco
Cristina Zavalloni
Sanjay Khan
Elsa Birgé
Coreografia Giorgio Rossi
Scenografia Lino Fiorito
Adattamento libretto, Coro e Transizioni Serge Valletti
Disegno luci e Direzione Tecnica Daniele Davino
Costumi Katia Marcanio
Direttore di Produzione Francesca Daccico
Assistente alla regia Daniele Spanò
Direttore del coro Laurent Touche